Dettagli Architettonici
L’edificazione della nuova chiesa avvenne, quindi, intorno alla meta del XVII secolo, in piena epoca barocca (come successivamente sarà definito, in senso dispregiativo, lo stile architettonico). Per la chiesa di Santa Maria ad Nives non si può certo parlare di uno stile puro, scevro da altre influenze e contaminazioni o imperfezioni dovute alla manifattura artigianale, ed alla mancanza di un disegno unitario ed omogeneo. Bisogna tenere presente la povertà di mezzi economici, le difficoltà nel reperire materiali di qualità in loco, come la pietra ed il marmo, la malagevolezza dei collegamenti e dei contatti con altre realtà più evolute culturalmente. Tuttavia ci troviamo, con certezza, alla presenza di un'opera di pregevole fattura. Alla poca disponibilità economica e di materiali si sopperì con la fantasia e l’ingegno: limitando le dimensioni della chiesa, circoscrivendo l’impiego della pietra agli elementi più rappresentativi, i portali e l’altare; tentando, in altre parole, soluzioni costruttive originali, anche se in seguito rivelatesi poco funzionali. Alla semplicità delle facciate, si contrappone l’interno che riassume la ricchezza decorativa e l’armonia spaziale propri dello stile barocco, tanto da far sembrare la chiesa più grande di quanto non sia in realtà. Solo intuibile all’esterno, lo stile diventa chiaro ed evidente negli elaborati stucchi interni: dell’altare, della volta a botte a tutto sesto, dell’ambone (pulpito), delle lesene e delle finestre ovviamente. Le stesse caratteristiche sono presenti nelle locali chiese di San Nicola e di Santa Maria del Soccorso, il che fa pensare ad un rifacimento generale delle tre chiese nello stesso periodo, forse in seguito al sisma anzi detto. L’altare presenta un basamento a tre gradini di pietra arenaria, ed è caratterizzato da lavorazioni in stucco ad imitazione marmo, alle spalle dell’altare è la nicchia col quadro della “Madonna dei Monti” contenuto in un baldacchino di legno a colonnine tortili chiaramente ispirato all’opera del Bernini in San Pietro in Vaticano; due mezze lesene prive di basamento e sormontate da frontone curvo spezzato, secondo il più classico stile barocco, coronano la parete retrostante. Altre otto lesene, quattro per lato, con funzione puramente ornamentale e di scansione ritmica della superficie, adornano l’interno della chiesa, e terminano con capitelli “Compositi”: elementi ionici le volute e corinzi le foglie d’acanto. Le due colonne che sostengono il loggiato appartengono all’ordine “tuscanico”, un dorico semplificato, privo di scanalature sul fusto della colonna, ma con base interposta tra questa ed il pavimento. La volta a botte, a tutto sesto, almeno in origine, è finemente lavorata a stucco in risalto, con fasce lineari e riquadri polilobati. Altro elemento degno di nota è l’acquasantiera, realizzata in pietra nera locale; abbandonato il tipo a stelo isolato del Rinascimento (chiesa di San Nicola), qui la troviamo addossata alla parete, modellata nella classica forma a conchiglia, tipica dello stile barocco.
