Leggenda e simbologia

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La nostra chiesa è dedicata alla Madonna dei Monti o come meglio conosciuta in Italia a Santa Maria ad Nives. Il nome desta molta curiosità ed è alquanto raro trovare altre chiese con questo nome. La denominazione "ad nives" compare nell’iconografia religiosa solo dopo il X secolo. Infatti, della leggenda della nevicata non c'è traccia prima dell'anno 1000 e si trova messa per iscritto solo nella Bolla di papa Niccolò IV nel 1288 . Il punto di riferimento essenziale per l’inizio del culto pubblico alla Vergine fu il Concilio di Efeso, che nel 431 proclamò la Maternità divina di Maria [tanto è vero che proprio sotto Papa Sisto III [432-440] venne ricostruita la Basilica Liberiana, detta poi "Santa Maria Maggiore"], esso ebbe notevole sviluppo sino alla fine del sec. VIII, quando Carlo Magno ricostituì il Sacro Romano Impero d’Occidente. Successivamente, è l’influsso dell’Impero Bizantino a determinare il tipo di culto mariano: del resto, i Papi stessi sono quasi tutti orientali. La Vergine è venerata come Regina e rappresentata quasi sempre in pose ieratiche. A Bartolomeo da Trento, un frate vissuto nella prima metà del XIII secolo, dobbiamo il racconto sulle origini della basilica di S. Maria Maggiore. Secondo la leggenda tramandata, nell'anno 352 d.C., ma si fa anche la data del 358, viveva a Roma un certo Giovanni, gentiluomo ricchissimo che non sapeva come spendere tutto il proprio denaro. Non aveva figli, voleva fare opere pie, ma non sapeva quale scegliere. Nella notte tra il 4 e il 5 agosto, gli apparve in sogno la Madonna che gli ordinò di costruire una chiesa nel luogo in cui il mattino seguente avrebbe trovato la neve. Il ricco signore si svegliò e mestamente pensò che la neve a Roma, per giunta in agosto, era cosa alquanto strana. Ma il bello è che la Madonna, la stessa notte apparve anche a papa Liberio e gli disse di recarsi alle prime luci dell'alba in cima all'Esquilino, che avrebbe trovato imbiancato di neve. Intanto, la notizia della nevicata estemporanea si era diffusa in tutta Roma e il papa e Giovanni, procedendo per strade diverse e seguiti da una grande moltitudine si incontrarono: la cima del colle era effettivamente imbiancata da un sottile strato di neve. Con un bastone il papa tracciò il perimetro della chiesa che il patrizio fece erigere a proprie spese. Nasceva la basilica della Madonna della Neve. Qui finisce la leggenda, perché di leggenda si tratta, ma tutti gli anni il 5 agosto, si ricorda il miracoloso episodio con una pioggia di fiori bianchi che dalla cupola della cappella Paolina vengono fatti cadere all'interno della basilica a simboleggiare la nevicata. Se veramente questo è accaduto, potrebbe essersi trattato di una fitta grandinata di chicchi piccoli, cosa tutt'altro che improbabile in estate. Ma la storia della costruzione della basilica e dell'attribuzione del nome è assai complessa e affonda in un mare di dubbi e ipotesi suffragate da fatti slegati. Per l'attribuzione del nome da notizie certe su papa Liberio, apprendiamo che aveva la "fissazione" della verginità, chiaramente enunciata nel discorso che fece quando Marcellina, sorella di S. Ambrogio, prese il velo. Niente di più verosimile che abbia voluto lasciare traccia di sé costruendo una basilica dedicata alla maternità divina della Madonna, vergine e senza peccato originale, perciò bianca come la neve.

Il contesto storico

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Tralasciando la leggenda e volendo analizzare la chiesa è necessario, innanzitutto, inquadrare il periodo storico, le condizioni politiche, economiche e sociali della Lago della meta del XVII secolo. Già da due secoli, Lago, condivideva le sorti del feudo di Aiello, appartenete all’epoca ai Cybo-Malaspina , nella persona di Carlo I (dal 1629 al 1662). Il paese contava circa 2000 abitanti, resi ancora più poveri dalle rovine del terremoto, che aveva distrutto 52 case e lesionate altre 81. Proprio il sistema insediativo ci da una precisa idea della povertà, economica di materiali e di mezzi, in cui versava gran parte della popolazione, che aveva portato, già nel seicento, con un processo di “saturazione” edilizia -dovuto alla necessità di addossare le nuove abitazioni a quelle preesistenti, per economizzare- ancora leggibile nel tessuto edilizio, con vie strette e tortuose e piccoli slarghi chiamati impropriamente piazze. Esattamente il contrario di quanto avveniva in Aiello dove le case isolate sono molto più numerose e soprattutto quelle a carattere nobiliare. Nonostante ciò veniva dedicato tempo, denaro e lavoro alla costruzione ed all’abbellimento delle chiese; nella seconda meta del secolo si contano a Lago centro tre chiese e due conventi con annessa chiesa. Il secolo XVII, comunque, rappresentò per Lago un periodo di grande fervore religioso, non dimentichiamo che fu edificato il convento degli Agostiniani Scalzi ad opera di Fra Bernardo dello Spirito Santo è gran parte delle chiese viene rimaneggiata secondo i dettami dello stile barocco. Questo è dunque il contesto storico, economico e sociale nel quale rinasce la chiesa.

La storia della chiesa

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Un manoscritto degli inizi del XIX secolo, opera del Sacerdote Nicola Cupelli , narra che un certo (Ni)Cola Mazzotta, (realmente vissuto nel XVII secolo) trovò, tra i resti della diroccata chiesa di San Pietro, un quadro raffigurante l’immagine della Madonna con il Bambino in braccio e nella mano destra tre monti. La veridicità del manoscritto, circa l’esistenza di una chiesa dedicata a S. Pietro, è confermata dalla Platea di Luca, arcivescovo di Cosenza, che visito Lago nel 1207, e nel resoconto della visita pastorale si parla di due chiese, San Nicola e San Pietro, la chiesa distrutta dal terremoto del 1638. A testimonianza di ciò rimane, ancora oggi, il toponimo del viottolo che collegava la chiesa con quella di Santa Maria del Soccorso: “cava di San Pietro” per l’appunto. Volendo dar credito al manoscritto, Cola Mazzotta insieme con altri concittadini, si adoperò per la ricostruzione della chiesa, cosa che avvenne nel 16521, come ricorda la lapide in pietra nera sul muro della porta laterale, intitolandola alla Madonna raffigurata nel quadro. Nel 1654 venne istituita la fiera che si tiene ancora oggi. Dal manoscritto del Giannuzzi Savelli si apprende che: “L’altra cappella è sotto il titolo della Madonna della Neve, detta dei Monti; sta fuori dell’abitato,nel luogo detto Pantanello. Vi sono tre altari, uno in testa col quadro della Madonna, due laterali con quadri di San Domenico e San Gaetano; sopra vi è il dormitorio. Vi si celebrano 98 messe l’anno, colla rendita di alcuni stabili e censi.” Nel 1929, furono eseguiti i lavori d'incatenamento della volta della chiesa, lo scopo era di contenere la spinta soprattutto quella laterale, furono quindi sistemate sette catene, di cui cinque sul prospetto laterale e due su quello principale, fu rifatto il campanile con l’annessa scala. La spesa proveniva: parte da una colletta e parte dai proventi della chiesa.